LA VENAZITE DI SAN VENANZO (Umbria)

di Edoardo Antonini e Marco Belfare






 



Dall’autostrada Roma Milano si deve uscire al casello di Orvieto e prendere la strada per Todi fino ad una diramazione per Marsciano (S n°317). La strada attraversa un territorio piuttosto selvaggio, coperto per lo più da immense foreste e di gradevole effetto aspetto paesaggistico. Superata la cima più alta della zona il M.te Peglia, si deve arrivare fino all'abitato di San Venanzo.

Pochi metri dopo l'entrata nel centro abitato si deve prendere una strada sulla destra che porta dopo circa 1 km in prossimità del geotopo.





Con il pallino blu è segnalata la zona craterica di San Venanzo.


Il sito minerario si trova all'interno di tre piccoli crateri vulcanici, di notevole interesse paesaggistico e geologico, in quanto testimoni di manifestazioni vulcaniche in un territorio essenzialmente sedimentario come quello umbro e che solo marginalmente presenta segni del recente vulcanismo che ha interessato gran parte dell'Italia centro-occidentale. 
Potenti colate di lava rivestono e costituiscono per larghi tratti, le pareti dei coni vulcanici. Di dimensioni veramente ridotte (circa 50-100 metri di diametro), sono stati sfruttati fino ad alcuni anni fa come cava di materiale basaltico per edilizia.
La presenza di industrie litiche risalgono però fin dal medioevo. 
Le forme geologiche originarie sono tuttavia ancora ben preservate con pareti circolari e crateri per lo più interessati da zone umide o coltivate.

La roccia effusiva costituente i "basalti" locali è la venanzite (leucite olivin melilite, roccia unica la mondo per alcune sue caratteristiche chimico-petrografiche). Prende il nome dall'abitato di San Venanzo ed è famosa in quanto unica nel suo genere. In alcuni tratti la lava presenta una struttura meno compatta, derivante da flussi lavici successivi intrusi in fratture preesistenti. La presenza di bollosità permette il ritrovamento di interessati minerali, quali la flogopite, la phillipsite e altre specie legate ai flussi magmatici basici.

La zona ora è posta sotto tutela da leggi regionali ma è facilmente visitabile in quanto da poco è stato predisposto un percorso didattico che consente di visitare i luoghi più interessanti.  Il Museo vulcanologico di San Venanzo (aperto spesso solo su appuntamento) può essere un ulteriore motivo di intrattenimento per approfondire la materia.